venerdì 19 ottobre 2012

Mariscos e altri afrodisiaci


Lavoro in un ufficio open-space. Otto donne e due poveri uomini.
"Poveri", perché si sa: otto donne in uno spazio open parlano.
Anzi, ciarlano. Ciarlano e ciarlano ogni qual volta il loro lavoro glielo consenta.
In genere, storie di vita vissuta.
E trattandosi della vita vissuta da otto "impiegate medie", vi lascio immaginare: niente vecchi biplani né antichi vasi da salvare. Mariti e figli.
E per una che non ha né l'uno, né gli altri, c'è solo da imparare.

Oggi una collega festeggia il decimo anniversario di matrimonio.
Oltre allo sbigottimento per la velocità con cui il tempo passa, A. ha manifestato la sua perplessità nel festeggiare con la classica cena al ristorante.
Ovviamente per prima cosa le ho chiesto se fosse impazzita, per rinunciare alla frizzante attesa di una serata speciale, all'ansia agrodolce per scegliere l'abito, il trucco e il parrucco, all'atmosfera cremosa di un'elegante ristorante.
"Non amo andare a cena fuori" ha poi spiegato "io e mio marito passeremo la sera a cucinare, insieme. E poi ceneremo a casa. Da soli, per una volta" (due figlie n.d.r.).

Se non ci credete...
Ora, il potere afrodisiaco del cibo è stato ampiamente discusso e appurato nel corso dei secoli, da voci molto più autorevoli della mia, ed è ormai riconosciuto e apprezzato da tutti gli amanti della Tavola e della Vita, ma, in effetti, vogliamo parlare del piacere di cucinare insieme?
Vogliamo discutere della partecipazione condivisa all'azione primigenia e simbolica del nutrire e del nutrirsi, come individui e come coppia?
Ed è stato proprio mentre mi chiedevo "che diavolo ho detto?" che mi sono ricordata della Paella. Quella che io e C. cuciniamo insieme.
La Paella. Diventata ormai una tradizione, quasi un rito: è un affare di famiglia, si cucina insieme.
Avere le lacrime agli occhi mentre si trita la cipolla, sentirne lo sfrigolio impaziente; pulire i calamari, attendere che le cozzze si dischiudano, spontaneamente. Dorare i gamberi e tenerli al caldo.
E il brodo. Ci vuole un talento per azzeccare la quantità di fumetto di pesce esatta e non lasciare il riso a morire di sete.
E va bene, non è un dolce ma, saranno i frutti di mare, sarà lo zafferano, sarà il vino che si sorseggia mentre la si cucina, l'esperienza è inebriante.

Chi volesse misurarsi con la ricetta da noi sperimentata, la può trovare qui; io, invece, torno a occuparmi di dolci (e di libri) e vi regalo questa ricetta tratta da Afrodita, di Isabelle Allende, per ingannare il tempo mentre aspetto C., che ha promesso di portarmi fuori a cena...

Charlotte degli amanti
Piena zeppa di afrodisiaci: cioccolato, noci, caffè, liquore, uova!

Ingredienti
4 biscotti savoiardi (o biscotti secchi) sminuzzati
2 uova
1 tavoletta di cioccolato fondente (75g)
2 cucchiai di noci tritate
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di burro
Mezza tazzina di caffè nero molto forte
1 cucchiaio di cognac
crema chantilly per guarnire

Preparazione
Spezzetta il cioccolato e fallo sciogliere a bagnomari in una casseruola con 2 cucchiai d'acqua.
Aggiungi lo zucchero e il burro. Mescola vigorosamente rompendo i tuorli uno per volta. Fai cuocere 5 minuti e togli dal fuoco. Monta a neve le chiare e uniscile al cioccolato con le noci. Versa piano il caffè, il cognac e i biscotti. Dividi la crema in due coppette larghe e decora il tutto con crema chantilly.

Buon anniversario...!


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